09 dicembre 2011

Ignazio Cutrò da "lenotiziedimontalbano.it" al "Tg 1"


di Gaetano Montalbano

La vicenda del testimone di giustizia Ignazio Cutrò è un classico esempio di surrealismo agrigentino. Una storia che svela i meccanismi più profondi e nascosti di questa terra, troppo spesso relegata ai margini della società e destinata a ruoli subalterni e poco dignitosi.

Solo in questa provincia può accadere che un imprenditore, con la schiena dritta, dopo aver denunciato e fatto condannare i mafiosi locali che lo taglieggiavano venga abbandonato da tutti: dalla società civile, dalla politica e persino dallo Stato. Anzichè assumerlo come esempio positivo e bandiera dell'imprenditoria sana, i burocrati lo esiliano impedendogli di riavviare la propria attività. 

Lo Stato lo abbandona alle pressioni delle banche che sono già pronte ad agire per chiudere i rapporti creditizi. Una burocrazia infernale: l'Inps non accetta la sospensiva emessa dalla Prefettura perchè già scaduta. In questo modo non scattano i benefici di sospensione temporanea del pagamento dei debiti e, cosa gravissima, non viene rilasciato il DURC. Senza questo documento un imprenditore non ha le carte in regola e quindi non può lavorare.

Ignazio Cutrò, ancora in piedi dinanzi agli attentati di mafia, rischia di cadere, annientato dalle mostruose anomalie dello Stato.


La politica locale non parla, la società civile rimane muta. Giornali e Tv decidono di non raccontare la vicenda anche quando l'On.le Di Pietro presenta una interrogazione al ministro degli interni per avere spiegazioni. Un muro di silenzio si erge intorno all'imprenditore-coraggio.
Da questo blog abbiamo raccontato tutto. Gli articoli sono stati ripresi da antimafiaduemila.com, corleonedialogos.it, siciliaonline.it, canicattiweb.com ed altri siti che ringrazio di cuore.
Anche Roberta Badaloni, giornalista seria e attenta, è rimasta impressionata dalla storia e ha deciso di approfondire e verificare con scrupolo la notizia appresa per la prima volta da questo blog. Poi subito il servizio sul Tg 1. 

Ringrazio Roberta, persona sensibile e gentile, per avere portato la notizia fuori dal freezer dei media agrigentini e dall'ambito limitato dei siti internet.
Adesso gli italiani ed il Ministro degli Interni sanno cosa accade ad Agrigento.

Guarda il servizio:










13 agosto 2011

Riflessioni di stampo mafioso





di Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Saranno interrogati da lunedi' prossimo in poi gli indagati nell' ambito dell' inchiesta antimafia "Maginot". Nel frattempo, dalle intercettazioni agli atti delle indagini emergono anche le riflessioni "di stampo mafioso" sulla crisi economica nell'agrigentino, gli appalti mancati e le conseguenze negative anche per la criminalita' organizzata, che dai lavori pubblici ha sempre tratto linfa vitale per la sopravvivenza. Lui e' Francesco Caramazza, di Agrigento, e lui e' Antonino Pirrera, di Favara. I due discutono di opere pubbliche, la strada statale 640, i subappalti, le condotte idriche, poi anche l'aeroporto di Agrigento, all'epoca in cui il progetto subi' una bocciatura da parte degli Enti preposti. Caramazza a Pirrera, "ziu Ni', l'aeroporto di Agrigento, che e' bloccato, c'erano dieci anni di lavoro". Pirrera, "lo so". Caramazza, "10 anni". Pirrera, "s'arricchivano, tutti arricchivamo". Caramazza, "solo solo tutti gli alberghi che ci sono al Villaggio Mose' ". Pirrera, "eh si', il Villaggio Mose' ". Caramazza, "perche' un albergo quante persone fa lavorare ziu Ni', camerieri, macellai. Pirrera, "persone, e anche quante commesse, si aprono negozi". Caramazza, "a Villaseta hanno fermato il Centro commerciale, quante persone dovevano lavorare ? C'e' una fame nera, una crisi da noi, una cosa paurosa. In questi giorni sono andato 4 giorni a Milano per lavoro, e ne ho visti lavori ziu Ni', tantissimi, non hai dove girarti prima che vedi cantieri, palazzi, camion, trattori, impastatrici, le persone sembravano formiche, e quanti palermitani ci sono che ci lavorano, anche catanesi, calabresi".


04 agosto 2011

Le critiche dell'On.le Ruvolo al magistrato Ingroia? infondate


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L'On.le Giuseppe Ruvolo (P.I.D), nei giorni scorsi, deciso a difendere a spada tratta il collega di partito Saverio Romano, aveva effettuato pesanti critiche nei confronti del magistrato antimafia Antonio Ingroia. Il parlamentare alludeva ad una possibile candidatura dello stesso Ingroia a sindaco di Palermo e lo accusava di voler prendere visibilità per fini elettoralistici. Si diceva inoltre convinto che bisognasse giungere alla politica "per via ideale e non facendo uso di sentenze mediatiche".

La notizia sulla quale si basavano le critiche del deputato piddino si è rivelata però del tutto infondata. Il dott. Ingroia, infatti, dalle colonne del mensile "I love Sicilia" rispondendo alla provocazione del giornalista Felice Cavallaro, che ne aveva caldeggiato la candidatura a sindaco di Palermo, si dice assolutamente contrario alla prassi per la quale un magistrato si candidi nello stesso comune in cui ha esercitato la sua funzione, "specie di fronte al rischio che si alimentino dubbi e sospetti sulla pregressa attività giudiziaria, che possa avere indebolito il suo potenziale avversario politico", "agli occhi del cittadino il magistrato non soltanto deve essere imparziale ma deve anche apparirlo".

E' notizia di questi giorni, invece, che un magistrato, il dott. Nitto Palma, sia diventato ministro della giustizia del governo Berlusconi. Governo sostenuto dal deputato "responsabile". Il nuovo ministro è stato Giudice istruttore a Vicenza fino al 1979, da quella data e fino al 1993 è sostituto procuratore della repubblica di Roma. Nel 1994 è vice capo di gabinetto del ministro della Giustizia Alfredo Biondi. È stato poi sostituto procuratore nella Direzione Nazionale Antimafia.

E adesso chi lo dice all'On.le Ruvolo?

(lenotiziedimontalbano.it)

02 agosto 2011

Ribera: l'On.le Ruvolo attacca il magistrato antimafia Ingroia

ruvolo

Antonio Ingroia, magistrato antimafia e allievo di Paolo Borsellino, replicando a Saverio Romano aveva dichiarato che "Gli imputati si difendono come credono e il sistema piu' diffuso di difendersi e' quella di buttarla in politica ma il piu' delle volte non paga".

La frase, probabilmente, non è piaciuta al deputato del P.I.D e componente del gruppo dei "Responsabili" Giuseppe Ruvolo. Il parlamentare riberese, in una nota, attacca Ingroia affermando: "Non vorremmo che il tentativo di trarre visibilita' prendendo posizione diversa da quella del dott. Di Matteo, rappresenti per il dott. Ingroia un trampolino di lancio per la sua candidatura a sindaco di Palermo. Dopo De Magistris a Napoli, potrebbe essere il meritato sbocco professionale. L'unico dato: sarebbe bene giungere alla politica per via ideale e non facendo uso di sentenze mediatiche".

La nota è stata diramata il 14 luglio proprio mentre la stampa dava notizia dell'operazione antimafia "Maginot", condotta brillantemente dallo stesso Ingroia, che ha tratto in arresto 10 presunti fiancheggiatori del boss Falsone ed ha interessato pesantemente anche il territorio di Ribera.

Il parlamentare riberese ha preferito correre in difesa dell'amico Saverio Romano e criticare Ingroia al posto di complimentarsi con lui per la brillante operazione antimafia.

Dopo la difesa ad oltranza di Totò Cuffaro (condannato in via definitiva per favoreggiamento alla mafia) inizia quella nei confronti di saverio Romano.

(lenotiziedimontalbano.it)

07 marzo 2011

MINACCE AL PM VELLA: La solidarietà di Sos Democrazia che chiede il potenziamento della Procura della Repubblica di Sciacca



di Associazione "S.O.S. Democrazia"


L’Associazione “SOS Democrazia” di Ribera esprime la propria solidarietà al dott. Salvatore Vella, Sostituto Procuratore della Repubblica di Sciacca, per il vile atto intimidatorio ricevuto durante un convegno tenutosi al Liceo classico "L. Pirandello” di Bivona.

"Le minacce a uno dei principali protagonisti dell'Antimafia agrigentina sono una reazione vile al suo coraggioso impegno civile, alla sua correttezza e alla grande onestà intellettuale del suo lavoro e rappresentano un'aperta sfida alle istituzioni e alla parte sana della società siciliana, come tali vanno respinte con ferma determinazione”.

“La mafia ricorre alle intimidazioni e alla violenza per tentare di fermare il buon lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze di polizia che in questi anni hanno inferto duri colpi alla criminalità organizzata agrigentina con l’ irrogazione di pesanti condanne. Quanto accaduto venerdì a Bivona dimostra che purtroppo bisogna lavorare ancora molto per estirpare il cancro della criminalità organizzata dalla società siciliana”.


“Riteniamo che in questo momento non si debba abbassare la guardia nei confronti della mafia, ed è assolutamente necessario che tutta la società civile si stringa attorno al magistrato impegnato in delicati processi di mafia. Chiediamo ai Ministri dell’Interno e della Giustizia che venga rafforzata la sicurezza del magistrato Salvatore Vella e della sua famiglia e che si provveda al più presto al potenziamento della Procura della Repubblica di Sciacca – sott’organico da alcuni anni - con l’invio di più magistrati, per far fronte all'intenso lavoro di indagine necessario nei confronti della criminalità organizzata”.

06 marzo 2011

Bivona (Ag): Minacce di morte al P.M. Vella

di Franco Castaldo

Un episodio davvero inquietante, sfacciato, dai significati intimidatori e di sfida allo Stato.
Una minaccia palese e in sprezzo ad ogni regola civile e di cautela è stata lanciata nei confronti di uno dei pubblici ministeri più impegnati in provincia di Agrigento, Salvatore Vella, in servizio alla Procura della Repubblica di Sciacca, delegato Dda, coordinatore di tutte le inchieste antimafia della zona del Belice e della montagna (Bivona,
Alessandria della Rocca, Cianciana, Cammarata). Venerdì sera, a Bivona nell´aula magna del Liceo classico "L. Pirandello", alla fine di una tavola rotonda sul tema "Presunzione di innocenza e diritto di cronaca", organizzata dal Rotary international distretto 2010 Sicilia - Malta, alla quale ha preso parte tra gli altri proprio Salvatore Vella, ignoti approfittando della temporanea assenza del pubblico ministero dal tavolo dei relatori, hanno inserito un foglio di carta contenente minacce, all’interno dell’agenda del magistrato. Un’azione plateale, compiuta davanti a molte persone che sa di sfida palese. Salvatore Vella che già è sottoposto a misure di protezione, ha denunciato l’accaduto ai carabinieri e ai colleghi magistrati. Indagini sono in corso. Ulteriori particolari nelle prossime ore.
Ignazio Cutrò al "Ribera Social Forum"