23 maggio 2009

A Capaci nasceva la seconda Repubblica

scritto da freesud

I mille chili di tritolo di Capaci servirono per archiviare la prima Repubblica e dare inizio alla seconda. Via D'Amelio e le bombe al nord per consolidarne la nascita e deciderne gli ultimi dettagli. Il cemento della seconda Repubblica è impastato con il sangue innocente dei martiri. Non è tempo di commemorazioni. Provoca disgusto la vista del politico di turno che sfrutta la passerella mediatica fingendo di onorare la memoria dei nostri morti. Dovrebbe onorarli attraverso il proprio comportamento politico. Ogni giorno. Ripulendo i partiti dai collusi con la mafia. Invece no. Ad ogni nuova indagine su rapporti tra mafiosi e politici scatta la solidarietà piena al collega. Non l'esclusione. Il risultato è una classe dirigente indegna. Marcia. Che puzza di infamia. Non sai più chi è lo Stato e chi la mafia. Diventano la stessa cosa. E allora niente commemorazioni. Ma Resistenza.

09 maggio 2009

Peppino uno che piace al padre eterno, ed anche a noi

scritto da Rosario Crocetta

"Sono stato per la prima volta a cinisi il 9 maggio 2004 l’anno dopo la mia elezione a sindaco di gela strappata come battaglia di legalità, una grande manifestazione, c’erano Giovanni Impastato, Umberto Santino, Salvo Vitale, Gli Amici di Peppino, Beppe Lumia e tanti ragazzi e ragazze venuti da tutta Italia e da tutta la Sicilia. C’erano i rappresentanti dell’ampi di Marzabotto, amministratori sindaci e amministratori del nord ed io come unico sindaco siciliano presente, -cosa sicuramente non edificante!
La voglia di un caffè mi spinse a lasciare per qualche minuto il corteo per entrare in un bar. Entrando esclamai : “Bello questo corteo”, il barista mi chiese “quale corteo?” . Fu una sorpresa terribile, pensai tra me e me, ci sono migliaia di persone e questo tizio sfacciatamente fa finta di nulla.
Pagai il caffè è uscii, il barista mi chiese “ non beve il caffè?” ed io risposi “quale caffè?”, sono dell’avviso, infatti, che il caffè vada bevuto solo in buona compagnia.Uscendo cominciai a guardare i balconi e le finestre, tutti chiusi e serrati, non c’era infatti l’atmosfera che vi è normalmente attorno alle manifestazioni. Gente che saluta si affaccia sorride.
Incominciai a prendere coscienza che la città non partecipava al corteo. Allora mi precipitai da Giovanni, per chiedergli quanti abitanti di Cinisi fossero presenti alla manifestazione. Giovanni mi rispose, probabilmente io e mia moglie. Fu una doccia fredda e pensai MA COME, questa città ha un martire della sua libertà ed i suoi cittadini non sentono il bisogno di ricordarlo, onorarlo?
Poi Giovanni e Umberto mi chiesero di dire qualcosa in ricordo di Peppino ed io salii sul palco. Cominciai così il mio intervento, certo che adesso che è morto, per Peppino è facile essere eroe. Ma figuratevi com’era difficile quando da vivo attraversava le strade di Cinisi, magari incontrando faccia a faccia i propri aguzzini coloro che progettavano la sua morte.
La solitudine, il problema vero di coloro che combattono realmente la mafia. E dissi Peppino si meritava in piazza per l’anniversario della sua morte, lo stesso numero di persone che vi è per la festa del patrono, perché tutti i suoi concittadini dovrebbero ricordarlo e comunicare al mondo intero la gratitudine e l’amore verso questo giovane ragazzo che ha dato la propria vita per la libertà degli altri.
Sono ritornato anche lo scorso anno, a Cinisi, questa volta anche con la fascia tricolore ed il gonfalone del comune, ho visto con piacere, che c’erano alcuni abitanti di Cinisi presenti al corteo ed altri che salutavano dai balconi.
Beh, è un po’ meglio perché di strada da fare ce n’è ancora tanta e quei cento passi vorrei che diventassero centomila passi. Percorsi da tanta tanta gente di Cinisi, che non dicono magari Tano Seduto come faceva coraggiosamente Peppino, ma che almeno dicano grazie Peppino per averci resi più liberi. Piano piano magari e poi sempre più veloci. Per battere cento passi in un baleno.
ANTIMAFIA VERA, COSCIENZA CRITICA E CIVILE, GIUSTIZIA, DIRITTI, centomila passi di libertà ma anche semplicemente di buona volontà.
E poi diciamo pure Peppino per me è un “Santo Laico”, uno di quelli che magari potrebbero non piacere a qualche cattolico conservatore che non ne vuole sentire di queste cose, ma che piace sicuramente a Don Puglisi, Don Ciotti ed anche al parroco della mia parrocchia, Luigi Petralia, che fa parte dell’associazione antiracket di Gela e piacerà sicuramente anche a Dio. Averlo vicino e chissà magari il padre eterno quando dai megafoni del paradiso sentirà gridare dalla voce di Peppino l’espressione TANO SEDUTO, magari si metterà a ridere ma poi magari speriamo che anche lui si arrabbi un po’ e tragga finalmente le dovute precauzioni, mai più mafie in cielo in terra ed in ogni luogo. W Peppino.
Voglio essere chiaro, in ogni caso la si pensi come si vuole, uno che da la vita per gli altri per me è un santo. Peppino sicuramente è uno che piace al padre eterno, ed anche a noi, che in questa terra continuiamo a subirne tante".

Rosario Crocetta, sindaco antimafia di Gela