31 dicembre 2007

Una splendida poesia dedicata a Giovanni Falcone

Il poeta Gaspare D'Angelo, dalla pizzeria Impastato di Cinisi, declama la poesia "Falcone e le ali", in dialetto siciliano. I brividi percorreranno la vostra schiena. Voglio chiudere il 2007 onorando uno dei veri eroi del nostro tempo. Un martire della giustizia. In vita fu contrastato e attaccato in modo vile da molti esponenti della Casta. Gli stessi che oggi ci ritroviamo al potere. A Falcone il nostro onore a loro il disprezzo più profondo.

30 dicembre 2007

Il Dini-Sauro, ultima frontiera dell'estremismo gerontocratico centrista

L'estremismo politico risiede tra i vecchi conservatori centristi. Non c'è alcun dubbio. Altro che comunisti. L'emblema di tutto questo è l'ultimo ricatto del Dini-Sauro a Prodi. Forse rinvigorito dalla fresca condanna, in primo grado, incassata dalla moglie Donatella Pasquali Zingone: due anni e quattro mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta mediante falso in bilancio per un crac da 40 miliardi che provocò il fallimento della Sidema. Certo una condanna in famiglia è un buon passaporto per fare carriera politica in Italia. Sta di fatto che in preda ad una erezione politico-intellettuale il giovane esemplare di Dini-Sauro, a soli 77 anni di età, tiene in ostaggio il governo della Repubblica italiana. Pone non uno ma cinque punti imprescindibili per il governo. Pena la rovinosa caduta dello stesso. E pensare che fu eletto senatore in una lista per Prodi. Il suo nuovo partito, "I Liberaldemocratici" , non si presentò neppure alle elezioni. L'ultima volta che una Lista Dini si presentò ad una consultazione elettorale, nel 1999, raccolse soltanto 350 mila voti ed elesse un solo parlamentare. Ed allora chi rappresenta Dini? in pratica se stesso. Berlusconi lo aspetta a braccia aperte nel suo prossimo governo. Brrrrrr!!!

27 dicembre 2007

E adesso graziamoli tutti. Contrada favorì la mafia. Punto.

Esistono le leggi che consentono ai detenuti malati di essere curati in strutture interne o esterne al carcere e di ottenere il differimento della pena. Nel caso di reati di mafia per ottenere altri benefici occorre aver "collaborato" con la giustizia. Cosa che Contrada non ha mai fatto. Lo Stato ha previsto norme di umanità. Ed allora perchè mai concedere un provvedimento di grazia? In Italia sembra inconcepile che un "colletto bianco" possa essere costretto a scontare la pena inflittagli da un tribunale della Repubblica. Ci sono tanti altri detenuti, meno conosciuti, che versano nelle medesime condizioni del signor Contrada. E nessuno si sogna di condergli nulla.

La sentenza di condanna è molto chiara: "Da tale complesso materiale probatorio, sottoposto a rigoroso vaglio critico, è emerso al di là di ogni ragionevole dubbio che l’imputato ha posto in essere una condotta consapevolmente ed univocamente indirizzata ad agevolare l’organizzazione criminale Cosa Nostra". Ed è definitiva.

Senso di umanità significa, anche, rispettare il dolore delle vittime della mafia. Graziare chi, lavorando per conto dello Stato, favoriva Cosa Nostra significa pugnalare per l'ennesima volta chi ha dato la propria vita per liberarci dal cancro mafioso.

Dopo indultopoli potrebbe aprirsi graziopoli. Il Presidente Napolitano si metta a servizio della Giustizia.

23 dicembre 2007

In Sicilia siamo alla farsa: Miccichè e il Cuffarismo senza Cuffaro

Aiutateci. La dignità della Sicilia affonda. Il Presidente del Parlamento siciliano Miccichè afferma: "Cuffaro vive in un sistema di tipo clientelare, lo dice lui stesso. Si rende conto che è vittima del cuffarismo, insomma rimane imbrigliato lo stesso Cuffaro nella rete del cuffarismo. Questo è un sistema che va abbattuto".
Cuffaro replica: "Sono molto amareggiato per le cose dette da Micciché".
Il vicerè Miccichè allora precisa: "forse la frase gli [a Cuffaro] è stata riportata male. La colpa, lo ribadisco, non è di Cuffaro ma di un metodo che è stato chiamato “cuffarismo” e che esiste da 50 anni", "se fossi Cuffaro mi amareggerei piuttosto perché un sistema che viene considerato sbagliato porta il mio nome. Ma la colpa è del metodo, non dell’uomo".
Ma come cazzo fa a chiamarsi cuffarismo una cosa nata prima di Cuffaro? Secondo la filosofia del genio Miccichè: il cuffarismo è germogliato prima di Cuffaro! I Profeti dele sacre scritture bibliche avevano predetto questo evento: "Caro Totò la tua fama precederà la tua stessa esistenza".
Miccichè e Forza Italia da due legislature governano insieme a Totò Vasa Vasa utilizzando lo stesso metodo. Se di cuffarismo si tratta anche il signor Miccichè ne fa parte.
Ma esistono giornalisti in Sicilia? qualcuno che faccia presente al signor Miccichè che il popolo non è stupido? Nessuno. Silenzio. Tomba.

La verità è che si avvicina la sentenza sul presunto favoreggiamento di Cuffaro alla mafia. Qualcuno sente puzza di carogna. La lotta per la successione allo zio Totò è aperta. Gli avvoltoi sono pronti.

21 dicembre 2007

L'ultima vergogna della Casta: ignorato il popolo tibetano. Adesso via i nostri ragazzi dalle missioni di guerra.

Facce di bronzo. Si è consumata l'ultima vergogna della Casta. I nostri "rappresentanti politici" sono scappati a gambe levate dinanzi al capo spirituale e politico del popolo tibetano. Hanno ignorato il Dalai Lama. Anche il Papa non ha trovato il tempo di riceverlo. Il governo ha paura delle ritorsioni economiche cinesi. Il Papa teme il peggioramento della situazione della chiesa cattolica in Cina. Woitjla non si fece di questi problemi. Ma come, per il principio di libertà dei popoli, i nostri bravi politici, non esitano a mettere a rischio la vita dei figli del popolo (non dei loro figli). No esitano a mettere a repentaglio la vita di tutti i cittadini italiani aumentando il rischio di paurosi attentati. Non si fermano nemmeno dinanzi alle centinaia di reduci morti o ammalati per i tumori regalatigli dall'uranio impoverito presente nei teatri di guerra. E adesso hanno paura di ritorsioni economiche? il popolo tibetano sta subendo atroci sofferenze a causa dell'occupazione cinese. E' un popolo pacifico. Dagli anni 50' è preda del terrore di una occupazione barbara e crudele. Per i nostri governanti il popolo tibetano non merita nessuna tutela? neanche un misero riconoscimento? cosa c'è di diverso tra il popolo tibetano e quello iracheno o afghano? E' indegno il comportamento riservato al Dalai Lama. Vergognatevi. Ritirate immediatamente i nostri ragazzi dalle missioni internazionali. Avete dimostrato che siamo là per altre ragioni e non per la libertà dei popoli. Mandateci i vostri figli a morire e ad ammalarsi per i vostri fini, non i figli del popolo. Gli italiani sono solidali con il popolo tibetano. La Casta non ci rappresenta. Voi non siete stati eletti. Voi non rappresentate nessuno. Ricordatelo!

15 dicembre 2007

La casta non ha nessuna intenzione di liberarci dal cancro mafioso

Sorda davanti al grido di libertà proveniente dal popolo ed insensibile dinanzi allo strazio delle vittime e dei martiri della legalità. La casta-politica dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e accompagnare il risveglio delle coscienze del popolo siciliano e i ripetuti successi della magistratura con provvedimenti efficaci e scelte dignitose. Il governo nazionale dovrebbe dimostrare una attenzione maggiore al clima di ribellione che si respira in Sicilia. Il governo avrebbe il dovere di assumere la lotta alle mafie come punto qualificante della propria attività. Necessitano poche ma penetranti leggi. La mafia si potrebbe sradicare in pochissimo tempo. Se solo la casta lo volesse. Magistratura e forze dell'ordine compiono il proprio dovere colpendo con coraggio la mafia nei suoi punti vitali ed operativi. Ma colpire la parte militare di cosa nostra non basta. La mafia ha sempre dimostrato una grande capacità di rigenerazione. Per combatterla nella sua interezza è doveroso aggredire in modo serio i rapporti che la mafia intrattiene con la politica, il mondo degli affari, la società civile, le istituzioni. Non è accettabile che i partiti politici scelgano le proprie classi dirigenti eleggendo come criterio unico di selezione dei candidati soltanto la loro capacità elettorale, infischiandosene delle condanne e delle frequentazioni mafiose degli stessi. E’ indegno di una democrazia. In questo modo si vanifica l’eccellente lavoro degli investigatori e si spegne la nobile fiamma della ribellione popolare. Si tradiscono i martiri dell’antimafia. La politica ha il dovere morale di fare pulizia al proprio interno. La Casta però non ha nessuna intenzione di liberarci dal cancro mafioso. Loro ci sguazzano dentro. Perchè rischiare per salvare il popolo? meglio saziare la propria fame di soldi insanguinati e lasciare la gente in balìa del fecciume.
Alziamo gli occhi e puntiamo lo sguardo contro gli uomini che incarnano il sistema.

10 dicembre 2007

Impariamo da Piero Ricca. Ecco come si trattano i potenti: il turno di Bruno Vespa.

Piero Ricca si limita a fare le domande che i giornalisti dei paesi democratici normalmente fanno ai potenti. In un paese normale non ci sarebbe nulla di strano. In Italia, invece, i potenti, abituati ad un giornalismo morbido ed asservito, reagiscono con virulenza. Non sono abituati. Non possono accettare che un tizio con la barba gli sbatta la verità in faccia.I nostri potenti sono abituati ai giornalisti maggiordomi che adorano vivere in posizione semipiegata. Moderni lacchè e ruffiani di corte che per garantirsi la carriera ed evitare problemi ci propongono la di-sinformazione come normale sistema informativo. Manipolano, trasformano, depistano, insabbiano,censurano, suggestionano. Tutto questo per compiacere i padroni di turno. Le vere notizie, quelle che danneggiano il potere, le tengono nascoste. Delegittimano chi osa contestare le vergognose bugie che ci propina il sistema politico-mediatico-mafioso.Godetevi questo spettacolare video, nel quale, il giornalista Ricca mette a nudo l'insetto di Porta a Porta. VIVA IL METODO RICCA

05 dicembre 2007

La cacciata di Clementina Forleo. Gli italiani ingoieranno anche questo.

La casta ha stravinto. Come sempre del resto. De Magistris estromesso dalle sue inchieste con una manovra a tenaglia effettuata da una manciata di poteri. Clementina Forleo trasferita di luogo e di funzione. Sulle loro inchieste è già calato l'assordante silenzio politico-mediatico. Il rapporto simbiotico-criminale tra la mala-politica e lo pseudo-giornalismo non può che creare una de-generazione medioevale del potere. In molti saranno indotti a credere, da questo sistema di poteri, che Clementina è una pazza e De Magistris uno sprovveduto esaltato di protagonismo. Attenzione signori siamo difronte alla solita strategia dei poteri occulti. Niente è cambiato. Andate indietro con la memoria. Due dei nostri eroi più cari, come Falcone e Borsellino, eroi lo diventarono da morti. I politici usano le commemorazioni delle stragi come passarelle elettorali. Da vivi furono perseguitati dai media , dai politici e dai poteri. Due esempi? Falcone fu pesantemente accusato di essersi messo da solo la bomba nel fallito attentato nella sua villetta all'Addaura; Borsellino, invece, fu accusato, sul "Corriere della Sera"di essere un "professionista dell'antimafia" che usa la lotta alla mafia, soltanto, per fare carriera. L'accusa proveniva, addirittura, da Leonardo Sciascia, il quale poi ebbe modo di confessare a Paolo Borsellino di essere stato consigliato male. Ragazzi fermiamo l'arroganza della Casta. Solidarietà ai magistrati coraggiosi.
SU LA TESTA E INNALZIAMO IL LIVELLO DELLA LOTTA