02 dicembre 2008

Giulio Cavalli sfotte i senza onore mafiosi

Il dileggio dei mafiosi è un genere artistico caduto in disuso immediatamente dopo l'assasinio del suo inventore. Peppino Impastato, quando nessuno ancora pronunciava la parola mafia, ridicolizzava i boss e denunciava il malaffare politico-mafioso. Da Radio Aut spogliava i mafiosi dalla loro spocchia e li metteva a nudo dinanzi al popolo. La sua satira riusciva a penetrare il tessuto sociale. Onda Pazza innervosiva il potere. Era troppo fastidioso Peppino. I topi di fogna uscirono dalla cloaca e lo fecero esplodere. Impuniti pezzi dello Stato depistarono. Dopo 30 anni Giulio Cavalli da Lodi segue la via tracciata da Peppino. Dai teatri e da Radio Mafiopoli racconta riti e conviti mafiosi, parla ai boss e li riduce alla loro miserevole essenza. I mafiosi ci appaiono per quello che sono: uomini senza onore. Parassiti. Miserabili. Assassini. Giulio comincia a dare fastidio. I topi, infatti, sono già usciti dalle fogne per intimidirlo. Disegnano bare e minacciano il giullare.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho il libro e la cassetta di Impastato. Non conosco il teatro di Cavalli, ma suppongo sia efficace e valido. Sono però passati trent'anni, la satira d'Impastato è datata, anche se allora fortemente di rottura. Il linguaggio era d'impatto perchè sovrastava quello ufficiale, mutuato spesso dalla Dc, che imponeva la frase involuta, morbida e contorta. Oggi c'è il Vaffa di Grillo, sono passati e transitano in Parlamento personaggi che hanno cambiato il costume, Saviano sta eccitando, oltremodo peraltro, la fantasia popolare con il suo presenzialismo.
Ricordiamoci sempre che ognuno ha il suo mestiere. I comici, i satirici, gli scrittori o i fustigatori non possono addormentare i nostri cervelli. Loro urlano, scrivono, raccontano.
Chi vuole cambiare non si limiti ad accodarsi a questi. Che devono farsi portavoce di un'azione corale, pratica, coraggiosa.
Non mi piace sentir dire "Saviano sei tutti noi". Troppo vile e comodo. Roberto fa bene il suo mestiere, utile alla comunità. Chi vuole agire in concreto, raduni la gente e circondi, per quanto è possibile, i malavitosi. Ci vorrà tempo, lo so. I libri ed il teatro, però, da soli non bastano.

freesud ha detto...

Ovviamente i libri e il teatro non bastano. Così come è vero che è necessario muoversi con azioni che vanno oltre la denuncia e coinvolgano un forte movimento popolare. Però è necessario anche considerare la situazione concreta nella quale viviamo. Al momento persone come Saviano o Cavalli rappresentano avanguardie di lotta indispensabili. In realtà la lotta alla mafia pesa su magistratura, forze dell'ordine, pochi imprenditori coraggiosi e un manipolo di giornalisti-scrittori-giullari che rischiano la propria vita per scalfire il predominio socio-culturale dei boss. La politica langue e spesso intralcia. Oggi dobbiamo essere grati a queste persone. Dobbiamo proteggerle.

Anonimo ha detto...

A proposito di quanto detto nei commenti precedenti, c'è anche chi cerca dire "io sono saviano". D'accordo con le azioni che vanno oltre la denuncia e coinvolgano. Ripeto qui quello che ho già postato altrove: a proposito di antimafia ho immaginato questo testo, adattabile a piacere. Eccolo:

Leggo solo ora questo post. Ricevo e volentieri diffondo: per solidarietà al giornalista Pino Maniaci e a Telejato, un piccolo gesto che va ad aggiungersi a quello di altri potrebbe essere quello di incorporare nel proprio sito Telejato, come ho già fatto io. Basta andare sulla homepage di Telejato http://www.telejato.it/ e fare il copia incolla del codice che si trova in basso a destra della pagina (share).