Le grida di allarme lanciate dai procuratori antimafia sono sistematicamente ignorate dai media e dai politici e sono destinate a rimanere relegate alla platea delle riunioni carbonare nelle quali vengono pronunciate. Solo la Rete e i bloggers veicolano tali notizie. La grande informazione colpevolmente tace. Un silenzio mafioso che spesso si trasforma in servile attacco nei confronti di chi investiga vicende scomode. Scribacchini e pupi di redazioni televisive prestano i propri servigi al padrone in cambio della mercede. Persuasori dell' opinione pubblica che rimpinzano la gente di trippa e frattaglie al fine di uniformare le nozioni popolari e ricreare un mondo di Minimi Comuni Denominatori della cultura nazionale. Le informazioni di uno sono quelle di tutti gli altri. Sulle stragi e le collusioni politico-mafiose l'informazione è reticente fino all'omertà. Nasconde i processi. Protegge i colletti bianchi inzuppati di sangue. Cancella la borghesia mafiosa dalla scena del delitto. Sotto i riflettori rimane soltanto la rozza e violenta manovalanza. Le coppole storte. I mandanti sono già in platea. Per il resto la scena è piena di presunti stupratori rumeni, guidatori ubriachi, lavavetri insolenti e gialli stile Cogne, Garlasco o Perugia. C'è spazio anche per il gigolò ricattatore. La storia chiederà il conto ai servi della disinformazione attuale. Agli intellettuali silenti. Agli artisti distratti. Chi non reagisce è complice. Nei prossimi post trascriverò alcune recenti affermazioni di importanti magistrati antimafia completamente trascurate dal sistema mediatico.
09 marzo 2009
Le grida di allarme lanciate dai procuratori antimafia sono sistematicamente ignorate dai media e dai politici e sono destinate a rimanere relegate alla platea delle riunioni carbonare nelle quali vengono pronunciate. Solo la Rete e i bloggers veicolano tali notizie. La grande informazione colpevolmente tace. Un silenzio mafioso che spesso si trasforma in servile attacco nei confronti di chi investiga vicende scomode. Scribacchini e pupi di redazioni televisive prestano i propri servigi al padrone in cambio della mercede. Persuasori dell' opinione pubblica che rimpinzano la gente di trippa e frattaglie al fine di uniformare le nozioni popolari e ricreare un mondo di Minimi Comuni Denominatori della cultura nazionale. Le informazioni di uno sono quelle di tutti gli altri. Sulle stragi e le collusioni politico-mafiose l'informazione è reticente fino all'omertà. Nasconde i processi. Protegge i colletti bianchi inzuppati di sangue. Cancella la borghesia mafiosa dalla scena del delitto. Sotto i riflettori rimane soltanto la rozza e violenta manovalanza. Le coppole storte. I mandanti sono già in platea. Per il resto la scena è piena di presunti stupratori rumeni, guidatori ubriachi, lavavetri insolenti e gialli stile Cogne, Garlasco o Perugia. C'è spazio anche per il gigolò ricattatore. La storia chiederà il conto ai servi della disinformazione attuale. Agli intellettuali silenti. Agli artisti distratti. Chi non reagisce è complice. Nei prossimi post trascriverò alcune recenti affermazioni di importanti magistrati antimafia completamente trascurate dal sistema mediatico.
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