Grazie Giuseppe. E' morto un uomo libero in una terra schiava.
"Con alcuni amici l’altro giorno mi sono recato presso la biblioteca comunale di Agrigento per contestare con volantini e videocamera Vittorio Sgarbi. Ci siamo soffermati su due punti in particolare: la condanna in via definitiva per truffa aggravata ai danni dello stato, e quella in primo e secondo grado, poi andata prescritta, per diffamazione del giudice Caselli. Dopo quasi due ore di ritardo ecco che arriva, in sala la gente rumoreggia e fischia. Subito dopo aver preso la parola, naturalmente con qualche volgarità annessa, inizia la nostra contestazione. Nel video non si vedono o sentono certe cose. Sono stato subito preso e spintonato da un vigile, mentre qualcuno tra la folla mi rifilava calci e insulti. Sgarbi, prima chiedeva che venisse sottratta la videcamera alla mia amica, e dopo cercava lui stesso di impossessarsene. Ma è importante sapere cosa succede dopo. I miei amici vanno via perchè impauriti, mentre io vengo trattenuto dai vigili. Si avvicina un uomo in borghese, che dice di appartenere alle forze dell’ordine e cerca di perquisirmi perchè vuole la videocamera (che ha portato via la mia amica). Io dico che non puo’ farlo e lui mi minaccia e mi mette le mani addosso. Arriva un altro personaggio, e minaccia di farmela pagare, ma i vigili lotengono lontano. Dopo vengo preso e portato in una sala appartata della biblioteca, dove la polizia prende i miei documenti e il telefonino. Chiedo di vedere un avvocato (ce n’era addirittura uno in sala che voleva difendermi), per conoscere i miei diritti, ma mi rispondono di no. Mi identificano piu volte e mi perquisiscono. Poi mi intimano di chiamare i miei amici, per farsi consegnare la videocamera, ma io mi rifiuto. Arriva di nuovo il presunto appartenente alle forze dell’ordine in borghese e mi dice sottovoce che lui dirà di esser stato aggredito e minacciato da me. Non mi fanno parlare, non mi posso difendere. Dopo oltre un’ora e mezza mi dicono che non ci sono elementi per essere trattenuto ulteriormente, mi fanno fermare il verbale di perquisizione e mi congedano con una frase che non posso dimenticare: “Devi capire che ti sei messo contro Sgarbi, che è stato onorevole e ministro…”. Giuseppe Gatì
4 commenti:
Morto d'incidente o morto ammazzato? Tutti gli articoli sul folgoramento richiamano alla sua intrusione mentre parlava Sgarbi, senza naturalmente affondare nelle ipotesi, o allusioni, di un possibile omicidio, camuffato da incidente. Era veramente scomodo per Sgarbi ed amici, o si esagera nell'accostare la sua figura a quella di altri morti per Mafia?
Chi conosce più cose ne parli. Mettere assieme i vari particolari di una vicenda che appare sospetta, non vuol dire accusare gratuitamente, ma riflettere. Questa è informazione!
Io me lo sono chiesto subito: e` stato ucciso?
Ragazzo coraggioso e degno di tanto rispetto: ce ne sono pochi come lui in Italia, percio` non lo dobbiamo dimenticare.
Roberta da Sydney
La versione ufficiale parla di incidente sul lavoro e di indagini in corso. Io non ho informazioni in più. Posso solo dire che viveva in una delle province più mafiose d'Italia e che la sua attività di informazione e contestazione poteva dare molto fastidio. Posso darvi la mia sensazione: alla notizia sono balzato dalla sedia e ho subito pensato ad un omicidio. Seguirò l'indagine e ne darò conto sul blog. Cara Roberta, Giuseppe Gatì non lo dimenticheremo mai...
solitudine....in questa nostra sicilia, purtroppo chi vuole verità e giustizia..viene isolato...o mette a rischio la propria vita....ciao giuseppe gatì..
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