
In Sicilia capita anche questo. E' la sconfortante normalità di un'isola oppressa dalla mafia. Sintomo di una costante decadenza morale. Di una società civile che arretra e cerca cavilli giuridici per non dispiacere il potere. Pino Maniaci è il Giornalista. Racconta il territorio. Descrive i fatti e fa nomi e cognomi. Siccome lavora in una zona ad altissima densità mafiosa ed a bassa qualità amministrativa si scontra inesorabilmente con i gruppi di potere politico-economico e con le organizzazioni criminali. Minacce, pestaggi, danneggiamenti, piani di attentato, centinaia di querele. Lui va avanti, a testa alta. Anche quando la paura e il realismo dovrebbero imporgli di fermarsi. Ti aspetti che lo Stato lo consideri un avamposto. Una risorsa da preservare e incoraggiare. Non è così. Qualche mese fa arrivò il rinvio a giudizio per esercizio abusivo della professione. Oggi la sezione siciliana dell'Ordine dei giornalisti rifuta la sua iscrizione e decide di costituirsi parte civile contro Pino. Mi vergogno per loro. E' lo stesso ordine che non ha battuto ciglio quando dalle colonne del giornale "La Sicilia" veniva pubblicata la lettera di un mafioso detenuto al 41bis. E' lo stesso ordine fondato da Mussolini. E' lo stesso inutile ordine.