23 novembre 2007

Salvatore Borsellino: "Eroi senza nome"


Pubblico, senza commenti, la splendida lettera di Salvatore Borsellino, indirizzata ai parenti delle vittime della mafia, costretti ad incatenarsi ai cancelli della prefettura di Palermo per richiedere il riconoscimento dei propri diritti ad uno stato indegno:

"Pochi giorni dopo la strage di Via D'Amelio mia madre chiamo' me e le mie sorelle, Rita e Adele e ci chiese di farle incontrare le mamme di quei ragazzi che il 19 Luglio si erano stretti attorno a Paolo mente suonava il campanello della sua casa per proteggerlo nell'unica maniera in cui potevano proteggerlo, con i loro corpi.

Non potevano proteggerlo in altro modo perche' il prefetto di Palermo Mario Jovine non considerava quella strada un obiettivo a rischio e quindi non ne aveva disposto lo sgombero.
Non potevano proteggerlo perche' il procuratore Pietro Giammanco, pur essendo al corrente che era gia arrivato in citta' il carico di tritolo per l'assassinio di Paolo, non aveva ritenuto necessario avvertilo del pericolo imcombente.

O anche peggio come forse potremmo sapere se si venisse a conoscere il reale contenuto della strana telefonata che lo stesso Giammanco fece a Paolo alle 7 di mattina dei quel 19 Luglio nel corso della quale la moglie Agnese senti' Paolo gridare la sua rabbia al telefono in faccia a quello che avrebbe dovuto essere il suo capo e, in quanto tale, avrebbe avuto il dovere di vigilare sulla sua incolluità.

Lo stesso Giammanco del quale, come ha dichiarato l'allora Maresciallo del carabinieri Carmelo Canale, Paolo aveva intenzione di chiedere l'arresto perche' si potesse scoprire quello di cui era a conoscenza sull'omicidio Lima, il referente politico, in Sicilia, del senatore a vita Giulio Andreotti.

Grazie alla protezione dei corpi di quei ragazzi che si stringevano introno a lui Paolo rimase quasi intero dopo lo scoppio tanto che sua figlia Lucia, che volle correre ad abbracciarlo per l'ultima volta, ci pote' dire che Paolo sembrava quasi sorridere, aveva i baffi e la faccia aneriti dal fumo ma sembrava sorridere.

Ma di quei ragazzi non si trovo' quasi niente, una mano fu trovata in un balcone dei piani alti, un altro venne ricososciuto solo per una brandello del vestito, i pezzi di Emanuela Loi poterono essere riconosciuti solo perche' era l'unica donna che faceva parte della scorta.

E in quelle bare che furono testimoni muti della rivolta dei palermitani, alla cattedrale di Palermo, contro quel branco di avvoltoi che, scacciati da noi familiari dal funerale di Paolo, volevano almeno sedersi in prima fila ai funerali degli agenti di scorta, non c'era quasi nulla.

Anche se questo non impedì ad uno Stato che mi vergogno a chiamare con questo nome, di richiedere ai gentori di Emanuela Loi il costo del trasporto di quella bara vuota da Palermo a Cagliari.

Mia madre volle incontrare i genitori di quei ragazzi per chiedere di baciare loro, uno per uno, le mani perche' come disse loro, avevano donato la vita dei loro figli per quella di suo figlio.

Ed oggi uno Stato sempre piu' indegno, uno Stato di cui sono costretto a vergognarmi di fare parte, uno Stato che mi fa vergognare di essere italiano, costringe i genitori, i figli, i fratelli, i parenti di questi ragazzi e di tante altre vittime della criminalita' mafiosa, se non dello stesso Stato, a incatenarsi ai cancelli della Prefettura di Palermo per reclamare a voce alta i loro dititti.

Non, badiamo bene diritti economici di un vitalizio equiparato a quelle delle vittime del terrorismo, che pure spetterebbe loro di diritto, ma il diritto a che la loro dignità venga riconosciuta, il diritto a che non vengano cosiderati come vittime di classe inferiore, il diritto a che nelle commemorazioni che pur servono da passerella a politici i cerca di visibilita', i loro figli, i loro padri, i loro parenti non vengano denominato sbrigativamente "ragazzi della scorta" ma, come è loro diritto, con i loro nomi.

Ma allora perche' Paolo Borsellino e Giovanni Falcone non vengono chiamati "i giudici del pool" e basta, forse perche' la gente si indignerebbe a non sentire i nomi di quelli che considera degli eroi ?

Ma perche' forse non sono degli eroi anche Agostino Catalano,Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Rocco Di Cillo, Antonio Montinari, Vito Schifani. Anche di Francesca Morvillo non viene spesso pronunziato il nome, come se non fosse morta anche lei accanto a Giovanni.

A fronte di caiscuno di questi nomi, e della serie interminabili di nomi di eroi che non vengono mai nominati ciascuno di noi non dovrebbe nemmeno solo alzarsi in piedi, ma mettersi in ginocchio, e invece li costringiamo ad incaternarsi ai cancelli di una prefettura per reclama il rispetto della loro dignita'.

Io chiedo perdono a Sonia Alfano e a quelli che come lei stanno portando avanti questa lotta nel nome di tutti per non essere li insieme a loro, per non essermi incatenato insieme a loro come di sicuro avrebbe voluto e ci avrebbe ordinato di fare mia mamma se fosse ancora in vita.

Vi chiedo perdono, la lotta che stiamo combattendo ha troppi fronti e non sempre si riesce ad essere dove il nostro cuore ci vorrebbe portare, ma sappiate che sono insieme a voi, che Paolo Borsellino è insieme a voi e che insieme a lui la lotta di tutti noi, di tutti noi uniti, riuscira' a realizzare il sogno di giustizia e di liberta' per cui sono morti i vostri figli, i vostri padri, i vostri compagni, i vostri fratelli". (Salvatore Borsellino)

9 commenti:

Lagos ha detto...

Vergogne italiane!

spadafora live ha detto...

non ci mettero un attimo a pubblicare l'accorato appello sul mio blog.
grazie della segnalazione.

Anonimo ha detto...

Toccante, fa venire anche rabbia.

Anonimo ha detto...

Si faccia chiarezza sulla strage di via d'amelio... salvatore borsellino è un grande!

Anonimo ha detto...

Salvatore ti sono vicina e spero che le cose cambino...mettiamocela tutta....

Anonimo ha detto...

Salvatore Borsellino rappresenta una risorsa importante per tutti coloro che amano la giustizia e odiano le prepotenze e gli inciuci politico-mafiosi.

Anonimo ha detto...

alle Primarie del 2008 non seguire la logica del remake,

vota la Fatanuda

sostieni il Terzo Polo

www.fatanuda.splinder.com

Anonimo ha detto...

ll presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro, UdC, è sotto processo per favoreggiamento a Cosa nostra e rivelazione di segreto d'ufficio nell’ambito del processo contro le Talpe alla Direzione Distrettuale antimafia di Palermo. Il Procuratore aggiunto, Giuseppe Pignatone, ha da qualche giorno, chiesto per lui la condanna a otto anni di reclusione.
Inoltre la Procura di Palermo valuterà l'opportunità di rinviarlo a giudizio con l'accusa più grave di “concorso esterno in associazione mafiosa”. Nel corso del dibattimento in aula, infatti, i magistrati hanno raccolto elementi che sono valsi, nella scorsa primavera, la riapertura dell’inchiesta per reati che configurano una contiguità con Cosa nostra ben maggiore rispetto al favoreggiamento.
Le masse popolari siciliane che lottano incessantemente contro la mafia non si meritano un governatore sotto processo per reati di vicinanza a Cosa nostra.
Cuffaro è la vergogna della Sicilia! Se ne deve andare insieme agli amici della mafia che siedono al governo e al parlamento siciliani!
I processi agli esponenti delle istituzioni borghesi siciliane implicati con la mafia a qualsiasi livello noi li riteneniamo validi e li appoggiamo.
L’essenza della “questione morale” che riguarda Cuffaro e gli amici della mafia che siedono a Palazzo d’Orleans e a Palazzo dei Normanni c’è tutta da anni, già da molto prima che iniziasse il processo in cui il governatore è imputato. Cuffaro nella pratica ha approvato solo provvedimenti politici di stampo antipopolare e filomafioso, che necessariamente hanno favorito Cosa nostra e per questo non c’è bisogno di aspettare l’esito del processo per chiedere le sue dimissioni.
Il PMLI lo ha fatto già alle prime battute del primo governo Cuffaro, nel 2001, quando si prefigurava il distastro sociale e il rafforzamento della mafia che avrebbe generato.
Per questo noi rinnoviamo la richiesta di dimissioni di Cuffaro e facciamo un appello a tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose antifasciste ed antimafiose a creare un largo fronte unito per mandare a casa un governatore che la Sicilia non merita e che fa solo danni al popolo siciliano e all’immagine della Sicilia.
CUFFARO VATTENE!
FUORI GLI AMICI DELLA MAFIA DA PALAZZO D’ORLEANS E DA PALAZZO DEI NORMANNI!
ANTIMAFIOSI, UNIAMOCI PER CACCIARE CUFFARO!


PARTITO
MARXISTA-LENINISTA
ITALIANO
SICILIA; e-mail: pmli.sicilia@libero.it
CELLULA “1° MAGGIO-PORTELLA 1947” di Palermo ; e-mail: pmli.palermo@libero.it;
CELLULA “MAO” di Troina; Sede via Soccorso, 2; e-mail: pmli.troina@tiscali.it;
CELLULA “LUNGA MARCIA” di Messina; e-mail: pmli.messina@libero.it;
ORGANIZZAZIONE di Belpasso; e-mali: pmli.belpasso@libero.it
ORGANIZZAZIONE di Mazara del Vallo; e-mail: pmli.mazara@libero.it
PMLI: Sede centrale: via Gioberti 101, Firenze – Recapito postale: IL BOLSCEVICO - CP 477 - 50100 FIIRENZE - tel. e fax 055 2347272 www.pmli.it - e-mail: pmli.cc@tiscalinet.it
St. in pr., 3 dicembre 2007

Anonimo ha detto...

ll presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro, UdC, è sotto processo per favoreggiamento a Cosa nostra e rivelazione di segreto d'ufficio nell’ambito del processo contro le Talpe alla Direzione Distrettuale antimafia di Palermo. Il Procuratore aggiunto, Giuseppe Pignatone, ha da qualche giorno, chiesto per lui la condanna a otto anni di reclusione.
Inoltre la Procura di Palermo valuterà l'opportunità di rinviarlo a giudizio con l'accusa più grave di “concorso esterno in associazione mafiosa”. Nel corso del dibattimento in aula, infatti, i magistrati hanno raccolto elementi che sono valsi, nella scorsa primavera, la riapertura dell’inchiesta per reati che configurano una contiguità con Cosa nostra ben maggiore rispetto al favoreggiamento.
Le masse popolari siciliane che lottano incessantemente contro la mafia non si meritano un governatore sotto processo per reati di vicinanza a Cosa nostra.
Cuffaro è la vergogna della Sicilia! Se ne deve andare insieme agli amici della mafia che siedono al governo e al parlamento siciliani!
I processi agli esponenti delle istituzioni borghesi siciliane implicati con la mafia a qualsiasi livello noi li riteneniamo validi e li appoggiamo.
L’essenza della “questione morale” che riguarda Cuffaro e gli amici della mafia che siedono a Palazzo d’Orleans e a Palazzo dei Normanni c’è tutta da anni, già da molto prima che iniziasse il processo in cui il governatore è imputato. Cuffaro nella pratica ha approvato solo provvedimenti politici di stampo antipopolare e filomafioso, che necessariamente hanno favorito Cosa nostra e per questo non c’è bisogno di aspettare l’esito del processo per chiedere le sue dimissioni.
Il PMLI lo ha fatto già alle prime battute del primo governo Cuffaro, nel 2001, quando si prefigurava il distastro sociale e il rafforzamento della mafia che avrebbe generato.
Per questo noi rinnoviamo la richiesta di dimissioni di Cuffaro e facciamo un appello a tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose antifasciste ed antimafiose a creare un largo fronte unito per mandare a casa un governatore che la Sicilia non merita e che fa solo danni al popolo siciliano e all’immagine della Sicilia.
CUFFARO VATTENE!
FUORI GLI AMICI DELLA MAFIA DA PALAZZO D’ORLEANS E DA PALAZZO DEI NORMANNI!
ANTIMAFIOSI, UNIAMOCI PER CACCIARE CUFFARO!


PARTITO
MARXISTA-LENINISTA
ITALIANO
SICILIA; e-mail: pmli.sicilia@libero.it
CELLULA “1° MAGGIO-PORTELLA 1947” di Palermo ; e-mail: pmli.palermo@libero.it;
CELLULA “MAO” di Troina; Sede via Soccorso, 2; e-mail: pmli.troina@tiscali.it;
CELLULA “LUNGA MARCIA” di Messina; e-mail: pmli.messina@libero.it;
ORGANIZZAZIONE di Belpasso; e-mali: pmli.belpasso@libero.it
ORGANIZZAZIONE di Mazara del Vallo; e-mail: pmli.mazara@libero.it
PMLI: Sede centrale: via Gioberti 101, Firenze – Recapito postale: IL BOLSCEVICO - CP 477 - 50100 FIIRENZE - tel. e fax 055 2347272 www.pmli.it - e-mail: pmli.cc@tiscalinet.it
St. in pr., 3 dicembre 2007