03 febbraio 2007

E’ arrivata l’ora che lo stato sradichi la mafia dal territorio. I politici collusi con la mafia meritano l’ergastolo. Sono dei collaborazionisti al soldo del nemico. Non si tratta solo di semplice “associazione esterna” ma anche di alto tradimento nei confronti della patria.

CONSENSO NEGATO!

Guarda lo spot: tipisinistri.blogspot.com




8 commenti:

Anonimo ha detto...

ho guardato il tuo sito "al volo" ma già mi sembra interessante.
grazie per i complimenti fanno sempre piacere magari potremmo linkarci(www.nonrassegnatastampa.it)
ciao Filippo

Anonimo ha detto...

Calcio capitalistico assassino

Un'altra vittima del calcio capitalistico. Questa volta è toccato all'ispettore capo della polizia Filippo Raciti che faceva parte delle forze dell'ordine che cercavano di impedire lo scontro tra gli ultrà delle squadre di calcio di Catania e di Palermo.

Si è trattato di un agguato di gruppi ultrà catanesi ben conosciuti e identificabili che usando una violenza fascista e razzista hanno deturpato il volto democratico e antifascista di Catania e di tutta la Sicilia.

Imperdonabile il delitto commesso e il dolore causato ai familiari di Raciti, ai quali esprimiamo il sincero cordoglio dei marxisti-leninisti della provincia di Catania, di Palermo, della Sicilia e di tutta Italia. Gli assassini e i loro mandanti, che potrebbero far parte della mafia locale, vanno ricercati, individuati e puniti severamente. In questo caso nulla giustifica l'attacco al servizio d'ordine della polizia.

Le responsabilità generali per quanto è accaduto a Catania sono da attribuire al calcio capitalistico fondato sul profitto, il mercato, il business, la corruzione, la sopraffazione del più forte sul più debole, il primato calcistico costi quel che costi, la violenza reazionaria e razzista esercitata in primo luogo dai calciatori sul campo di gioco, l'individualismo, gli stipendi astronomici dei calciatori, le partite e gli arbitri comprati, il calcioscommesse, le telerisse durante le trasmissioni calcistiche.

Ormai il calcio capitalistico non è più uno sport ma una guerra tra le società sportive per il primato calcistico e per i maggiori profitti in cui la massa dei tifosi viene strumentalizzata e coinvolta suo malgrado.

Gravi responsabilità ovviamente pesano anche sui governi di ieri e di oggi, sulla Lega calcio, sulla Federcalcio e sul Coni che hanno tollerato e tollerano, se non protetto, gli affari sporchi dei padroni delle squadre.

A questo punto, il calcio capitalistico marcio, corrotto, diseducativo che genera solo mostri va sciolto e rifondato su basi democratiche e popolari. Un calcio pubblico, senza alcun apporto diretto o indiretto dei privati, gestito direttamente dai tifosi, e in cui i giocatori ricevano stipendi da lavoratori.

Non crediamo proprio che le misure prese dal governo Prodi muteranno sostanzialmente la situazione del calcio italiano. La privatizzazione e la militarizzazione degli stadi, anzi, potrebbero peggiorarla. In ogni caso uccideranno il tifo popolare e democratico.

(Articolo de "Il Bolscevico", organo del PMLI, n. 6/2007)
www.pmli.it

ierioggidomani ha detto...

Consenso negato!
blog linkato
ottima iniziativa

Anonimo ha detto...

consenso negato!

sempre!

Liberiamo le nostre terre!Lagos

Anonimo ha detto...

Volevo segnalarvi questo video di Benny Calasanzio, in cui è raccontata la vicenda della sua famiglia, recentemente ripresa da Santoro ad "Anno Zero" con Cuffaro e lo stesso Benny.
http://www.youtube.com/watch?v=ygEjQuL1PvQ

Anonimo ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=_l1Ldi_Y0D0&mode=related&sear
In questo video Benny Calasanzio dibatte con Cuffaro da Santoro ad "Anno Zero". VERGOGNOSO! La Sicilia non si merita un Presidente così.

Lagos ha detto...

La situazione della violenza negli stadi perdura da tanti anni oramai...lo stato dove è stato? era necessario il sacrificio di un poliziotto per reagire? non bisogna colpire il calcio in quanto tale ma solo i violenti. Basterebbe copiare il modello inglese...

penserEnsuite ha detto...

Ammiro molto lo sforzo dei ragazzi di Locri... siete un esempio per tutti i giovani del sud Italia. Invocare la presenza dello Stato e combattere in prima persona giorno dopo giorno... è questo che può cambiare davvero le cose!