04 maggio 2008

Prove tecniche di regime. Destra e sinistra vogliono zittire Travaglio, Santoro e Grillo.

Stanno uscendo allo scoperto. Il Presidente del Rai Petruccioli, da sinistra, censura Santoro. Il signor Sgarbi, da destra, guasta Anno Zero insultando il conduttore e Travaglio. L'omino barbuto della Rai decide che non è possibile criticare Veronesi e Napolitano e che non si può dare spazio a Grillo in televisione. Sgarbi si prende la libertà di dare del "pezzo di merda" e del "bugiardo" al giornalista Travaglio e di creare disturbo alla trasmissione Anno Zero. Tutto intorno una selva di meschine dichiarazioni di polticanti di ogni genere e colore. Sono pronti. Vogliono spegnere gli ultimi partigiani che hanno il coraggio di alzare la testa e raccontare la verità. Li stanno già delegittimando, isolando, additando. Tra i politici solo Antonio Di Pietro difende la libertà dell'informazione. L'unica opposizione seria. Gli altri sono complici del disegno criminale di asservimento dell'informazione al sistema poltico-economico. Santoro e Grillo la pagheranno per aver difeso De Magistris e Clementina Forleo, per aver raccontato di Cuffaro e Dell'Utri, per aver trasmesso il messaggio di Beppe Grillo. Attenti. Noi staremo sempre accanto al soldato Travaglio. Bloggers difendiamo i giornalisti liberi. Necessità una forte resistenza partigiana contro una nuova forma di regime. Nessuno tocchi Santoro.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti sembrerò strano, ma ho condiviso certi passaggi di Vittorio Sgarbi.

Con questo non cambia la mia opinione sul personaggio, ma gli do atto che tutto quello che diceva non erano cazzate.

Non mi aspettavo su questo blog una frase del tipo "creare disturbo alla trasmissione Anno Zero"

Sgarbi avrà sicuramente modi poco civili, ma la libertà di informazione e di espressione riguarda sia la parte che difende Grillo, sia quella avversa.

Anonimo ha detto...

@ lefteca
Mi dispiace ma la tua valutazione del cafone sgarbi non e` la mia.
Quell'essere disgustoso che si proclama critico d'arte, conosce solo l'arte del turpiloquio e della sopraffazione strillata.
Mentre lo guardavo e sentivo non ho potuto fare a meno di pensare: "ma non gli prende un colpo?"
Guai a chi mi tocca Travaglio che e` una delle poche luci del firmamento italiano attuale e di cui non mi devo vergognare, nonche` un SIGNORE!
Marco Travaglio e` un Giornalista informato, colto, intelligente e, sopratutto LIBERO!!!
Credimi, chi vive all'estero, come me e che si tiene informato su quanto succede in Italia, puo` veramente essere obiettivo.
Viva sempre Marco Travaglio!!!
Roberta da Sydney

freesud ha detto...

@lefteca

La libertà di espressione riguarda tutti, certo. Nella libertà di espressione non è consentito, però, dare del "pezzo di merda" al giornalista Travaglio. Perchè questo è un insulto gratuito senza possibilità di difesa.
Non si rifà a nessun argomento in particolare. Hai condiviso pure quando Sgarbi dava del bugiardo a coloro che sostenevano che Biagi è stato cacciato dalla Rai? La libertà di espressione non comprende, neanche, le continue interruzioni al giornalista Travaglio e al giornalista Santoro.
Questo significa "disturbare" di proposito la trasmissione Anno Zero. Che cosa c'entra la libertà di espressione????
Sgarbi è libero di sostenere tutte le tesi balorde che vuole, ma, non ha il diritto di insultare e disturbare le trasmissioni televisive altrui. Il signor Sgarbi ha voluto provocare per tentare di avere una reazione scomposta da parte di Travaglio o Santoro. Ha fatto il guastatore per creare falsi-pretesti ai politicanti di regime per chiudere una delle pochissime trasmissioni serie della televisione italiana.

@ roberta

Condivido pienamente il tuo commento!

Anonimo ha detto...

ma Travaglio dovrebbe stare più attento! I convegni in provincia a volte sono organizzate dalle seconde linee della Casta....

Anonimo ha detto...

La domanda che faccio è un'altra: ma perchè mai invitare in trasmissione uno come Sgarbi? Uno che insulta per contratto? Uno che sparolaccia e smadonna a comando un tanto al chilo? http://lucianoidefix.typepad.com/

Pino Amoruso ha detto...

...W la Democrazia e la Libertà!!!
Che amarezza!!!

P.S. - Mi farebbe piacere uno scambio di link? Sei d'accordo???

A presto ;-)

Orazio Vasta ha detto...

30 anni fa,la mafia trucidava Peppino Impastato
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Nato a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso con una giulietta al tritolo nel 1963). Ancora ragazzo, rompe con il padre, che lo caccia via di casa, e avvia un’attività politico-culturale antimafiosa.
Nel 1965 fonda il giornalino "L'Idea socialista" e aderisce al Psiup. Dal 1968 in poi partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati. Nel 1975 costituisce il gruppo "Musica e cultura", che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti ecc.); nel 1976 fonda "Radio Aut", radio privata autofinanziata, con cui denuncia quotidianamente i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, e in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell’aeroporto. Il programma più seguito era "Onda pazza", trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo al Consiglio comunale. Stampa, forze dell'ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto vittima e, dopo la scoperta di una lettera scritta molti mesi prima, di suicidio. Grazie all’attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta Impastato, che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, dei compagni di militanza e del Centro siciliano di documentazione di Palermo, nato nel 1977 e che nel 1980 si sarebbe intitolato a Giuseppe Impastato, viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l’inchiesta giudiziaria. Il 9 maggio del 1979 il Centro siciliano di documentazione organizza, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d’Italia, a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il Paese. Nel maggio del 1984 l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere Istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti. Il Centro Impastato pubblica nel 1986 la storia di vita della madre di Giuseppe Impastato, nel volume La mafia in casa mia, e il dossier Notissimi ignoti, indicando come mandante del delitto il boss Gaetano Badalamenti, nel frattempo condannato a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di New York, nel processo alla "Pizza Connection". La madre rivela un episodio che sarà decisivo: il viaggio negli Stati Uniti del marito Luigi, dopo un incontro con Badalamenti in seguito alla diffusione di un volantino particolarmente duro di Peppino. Durante il viaggio Luigi dice a una parente: "Prima di uccidere Peppino devono uccidere me".
Morirà nel settembre del 1977 in un incidente stradale.Nel gennaio 1988 il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 il Tribunale di Palermo decide l’archiviazione del "caso Impastato", ribadendo la matrice mafiosa del delitto ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei "corleonesi". Nel maggio del 1994 il Centro Impastato presenta un’istanza per la riapertura dell’inchiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedendo che venga interrogato sul delitto Impastato il nuovo collaboratore della giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla mafia di Cinisi. Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto. Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni di Salvatore Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell’omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l’inchiesta viene formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Badalamenti, incriminato come mandante del delitto.
Il 10 marzo 1999 si svolge l’udienza preliminare del processo contro Vito Palazzolo, mentre la posizione di Badalamenti viene stralciata. I familiari, il Centro Impastato, Rifondazione comunista, il Comune di Cinisi e l’Ordine dei giornalisti chiedono di costituirsi parte civile e la loro richiesta viene accolta.
Il 23 novembre 1999 Gaetano Badalamenti rinuncia alla udienza preliminare e chiede il giudizio immediato. Nell’udienza del 26 gennaio 2000 la difesa di Vito Palazzolo chiede che si proceda con il rito abbreviato, mentre il processo contro Gaetano Badalamenti si svolgerà con il rito normale e in video-conferenza.
Il 4 maggio, nel procedimento contro Palazzolo, e il 21 settembre, nel processo contro Badalamenti, vengono respinte le richieste di costituzione di parte civile del Centro Impastato, di Rifondazione comunista e dell’Ordine dei giornalisti.
Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si è costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 Dicembre 2000 è stata approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini.
Il 5 marzo 2001 la Corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione.
L'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all'ergastolo. Badalamenti e Palazzolo sono successivamente deceduti.
Il 7 dicembre 2004 è morta Felicia Bartolotta, madre di Peppino.
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Bibliografia su Giuseppe Impastato
Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia. Intervista a cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, La Luna, Palermo 1986, 2000, 2003. Eu. 13,50. Da chiedere al Centro Impastato.
Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli. Peppino Impastato, una vita contro la mafia, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995, 2002. In libreria.
Umberto Santino (a cura di), L'assassinio e il depistaggio. Atti relativi all'omicidio di Giuseppe Impastato, Centro Impastato, Palermo 1998. Esaurito.
Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio. Relazione della Commissione parlamentare antimafia presentata da Giovanni Russo Spena, Editori Riuniti, Roma 2001, 2006. Eu. 14. In libreria.
Giuseppe Impastato, Lunga è la notte. Poesie, scritti, documenti, a cura di U. Santino, Centro Impastato, Palermo 2002-2006. Eu. 10. Da chiedere al Centro Impastato.
Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A Felicia Bartolotta Impastato, Centro Impastato, Palermo 2005. Eu. 10. Da chiedere al Centro Impastato.
Mostra fotografica Peppino Impastato. Ricordare per continuare, Centro Impastato, Palermo 2006, 24 poster formato 70X100. Eu. 100 (più spese di spedizione). Cartella-catalogo. Eu 10. Da chiedere al Centro Impastato o alla Casa memoria di Cinisi (tel. 0918666233 - 3341689181 - e-mail: giovannimpastato@gmail.com).
Copyright © 2007 Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato", Via Villa Sperlinga 15, I-90144 Palermo.
TF 0916259789, Fax 0917301490
E-mail: csdgi@tin.it
Web: http:// www.centroimpastato.it/

Pubblicato da Orazio Vasta- a rarika blog-giovedì, maggio 08, 2008

ambrojjo ha detto...

Non c'era proprio niente da condividere circa la performance di Sgarbi. Non capisco perche' lo abbiano invitato, ma capisco benissimo il motivo nascosto del casino che ha tirato su: voleva la reazione di Travaglio e Santoro per poi immolarsi come vittima della televisione partigiana. La reazione non c'e' stata e la figuraccia e' stata tutta sua.
Dire che Biagi non sia stato cacciato dalla RAI, dirlo in faccia a Santoro (cacciato insieme a Biagi) e a Travaglio (indiretto "colpevole" della cacciata di Luttazzi) era proprio una provocazione irresistibile; ma gli e' andata male.
Poi che argomenti aveva Sgarbi? che Grillo guadagna un sacco di soldi? be', e cosa c'entra coi contenuti del Vday? Che Grillo abbia calunniato Veronesi? immagino che Veronesi si sappia difendere dalle calunnie (eventuali) che lo riguardano. Che Santoro non doveva mandare in onda quella parte dell'intervento di Grillo? E perche'? Santoro non ha mica preso le difese di Grillo, non ha detto di condividere quelle frasi; mandarle in onda non significa consacrarle a verita'.
Annozero e' stata un'ottima trasmissione durante queste due stagioni... e mi sa che la rimpiangeremo.

Anonimo ha detto...

In Italia ci si meraviglia se uno fa giornalismo vero e senza filtri e tocca spesso fare riferimento a paesi come gli USA dove hanno fatto nero un presidente non per il conflitto di interessi, per le leggi ad personam, per i conti esteri, per le società off-shore per evadere il fisco ecc. ma per le "distrazioni" con la stagista.
Dobbiamo veramente difendere i pochi giornalisti ancora rimasti fedeli alla propria "missione" di informare sui fatti.
Di giornalisti non smemorati e non succubi del potere.
Ora però la situazione si aggrava, stanno preparando una legge per evitare la pubblicazione di intercettazioni dove ci sono politici di mezzo ... (d'altra parte la stava preparando pure Mastella prima di andarsene) e quindi vigiliamo ma la situazione non è per nulla piacevole.

Anonimo ha detto...

A proposito di Biagi, le figlie hanno confermato che l'editto Bulgaro c'è stato e che Biagi è stato veramente cacciato o indotto a farsi da parte, in quanto hanno cancellato il programma che stava facendo (il fatto).
Sgarbi è un povero demente che non sa più che pesci pigliare, è ammaliato dal potere e dai soldi e si vuole accreditare nuovamente nel centro-destra. Non vale neanche la punta di una scarpa di Biagi e questo lui lo sa.
La moralità, l'onestà, la modestia che aveva Biagi, l'etica professionale che aveva non si può raggiungere facilmente.
Noi che stiamo vicino al suo paese ne sappiamo qualcosa.