19 dicembre 2006

Attenzione anche nella maggioranza ci sono i furbetti

Moggi moggi cacchi cacchi i furbetti della politica sono ritornati in azione. Nottetempo e con il sotterfugio hanno inserito un comma alla finanziaria che di fatto avrebbe impedito allo stato di recuperare le somme sottratte indebitamente da funzionari e dipendenti corrotti. Un' altra legge vergogna dopo quelle partorite dal governo Berlusconi. Soltanto l'intervento deciso e incazzato dell'ottimo Di Pietro ha impedito che la vergogna diventasse legge dello stato. Il governo,infatti, ha indetto per il 27 dicembre un consiglio dei ministri appositamente per abolire tale ignobile comma.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

questa milincianedda!!! che fa non si deve credere più a nessuno????
menomale che esistono ancora le persone corrette!!!!!

Anonimo ha detto...

Di Pietro, prenditela con lui


Prescrivere i reati contabili? C'ha provato un ex di FI


Pietro Fuda è l'autore del comma nella finanziaria riguardante la prescrizione di fatto per i reati contabili.
Una normativa che ha scatenatole ire di Antonio Di Pietro.
Si è parlato di «un'azione furbesca di qualcuno all'interno dell'Esecutivo».
Si è parlato di «qualcuno che ha tradito la buona fede».

In pratica «qualcuno» ha inserito quel comma piccolo piccolo, in maniera che passasse inosservato e del quale nessuno dell'Esecutivo si è accorto.
Per prescrivere i reati contabili della pubblica amministrazione.

Perchè non fare nomi e cognomi? Pietro Fuda ne è l'artefice.

Guarda caso :
Pietro Fuda è stato presidente della provincia Calabria sino al 30 Novembre 2005, militando tra le fila di Forza Italia.

Assieme ad Agazio Loiero ha istituito 1 mese prima delle elezioni il PDM, con cui è entrato a far parte de L'Unione, di cui è senatore.

Ha stretto una collaborazione col «famoso» Sergio De Gregorio, eletto ne L'Italia dei Valori grazie a un accordo con la Casa delle Libertà (De Gregorio è stato cacciato da IdV).

Fate come nei giochini dell'enigmistica.
Unite i puntini e verrà fuori un'immagine abbastanza chiara.


Tratto da: http://www.terzoocchio.org

www.pmli.it

freesud ha detto...

come si dice impara l'arteemettila da parte...

Anonimo ha detto...

Oltre 100 mila manifestanti sfilano a Napoli contro la camorra e le mafie
Deludenti e inadeguati i comizi dei leader confederali. Assenti PRC, PdCI, Verdi. Vili sopraffissioni nella notte lungo il percorso del corteo da parte dei DS sui manifesti del PMLI
I media oscurano il PMLI

Redazione di Napoli
Venerdì 15 dicembre oltre 100 mila manifestanti hanno invaso le strade di Napoli in occasione dello sciopero generale contro la camorra indetto da Cgil, Cisl e Uil. Un imponente e rosso corteo, una partecipazione straordinaria, se si tiene conto della non certo impeccabile organizzazione dei confederali, che non hanno predisposto pullman sufficienti per le province della Campania e dalle altre regioni d'Italia; se si tiene conto che i mass-media nazionali non hanno per nulla annunciato la mobilitazione, ed anche il giorno dopo si sono limitati a brevi trafiletti; se si tiene conto della grave defezione dei Cobas, delle Rdb, dei Centri sociali, evidentemente in dissenso con la linea e la piattaforma dei confederali, ma che, questa volta, non hanno organizzato nemmeno una manifestazione "alternativa".
Nonostante tutto ciò la notizia della giornata è che le masse popolari si sono imposte sulla scena politica per combattere davvero la camorra, il lavoro nero e precario. Alta l'adesione allo sciopero in tutti i settori raggiungendo punte del 100%. In particolare, è rimasta ferma la Whirlpool di Napoli, mentre sono state registrate medie del 90 per cento all'Ansaldo, del 95 per cento alla Fincantieri e del 90 per cento all'Avis di Castellamare, del 90 per cento alla Biticino e alla Merid, del 98 per cento alla Indesit di Caserta e del 70 per cento alla Firema e alla Marconi; adesioni del 70 per cento all'Alenia di Pomigliano, del 90 per cento nelle aziende metalmeccaniche del porto di Napoli, del 70 per cento alla Seda di Arzano, l'azienda dell'ex presidente di Confindustria Antonio D'Amato. Alte le percentuali di scioperanti nei vari settori, superiori al 65% nel pubblico impiego, nella scuola e nelle aziende chimiche al 70%.
Al corteo erano presenti gli operai edili di Foggia e provincia, della Filcams Cgil, le Rsu dell'Eni, gli operai della Montefibre di Acerra, reduci da una dura battaglia per difendere il posto di lavoro, gli operai dei cantieri navali di Napoli e Castellammare, le studentesse e gli studenti dell'Uds e dell'Udu (che dal palchetto allestito sul camion intonavano slogan contro la camorra). Grande presenza e combattività da parte dei disoccupati e dei corsisti del "Coordinamento di lotta per il lavoro", tante rappresentanze del Pubblico impiego. Hanno simbolicamente partecipato i lavoratori dei trasporti che esprimevano la loro adesione allo sciopero con manifesti affissi sui pullman e sulle metropolitane. Tantissimi i pensionati.
La domanda ricorrente lungo il percorso da piazza Mancini a piazza Dante è stata: dove sono i partiti del "centro-sinistra" e quelli della cosiddetta "sinistra radicale", il PRC, il PdCI e i Verdi? Sono rimasti seduti comodamente sulle poltroncine che la borghesia, rappresentata dal governo Prodi, ha regalato loro come premio per l'appoggio alle stangate antipopolari, perché avevano paura di essere fischiati e contestati dagli operai, dagli studenti, dai disoccupati? Certamente questa è stata la preoccupazione di Bassolino, Iervolino e Di Palma, che si sono letteralmente intrufolati nel corteo, all'altezza di via Medina, per rilasciare interviste e sparire subito dopo. Invece, la Sinistra giovanile e i DS hanno sfilato nel corteo con un grande lenzuolo privo di ogni reale significato di lotta alla camorra.
Nei pressi di piazza Dante, luogo dei comizi, si è notata la notevole diserzione di numerose delegazione operaie disinteressate alle parole di Epifani, Angeletti e Bonanni che, in effetti, non sono andati oltre l'affermazione che la questione mafia è una questione nazionale, continuando a dipingere il problema camorra come una di guerra tra bande che "ostacolano gli investimenti", indicando come priorità la "legalità, la scuola e le infrastrutture". Non un briciolo di autocritica per la oggettiva responsabilità che hanno avuto nel processo di desertificazione industriale di Napoli con la chiusura della Cirio, della Peroni, della Centrale del latte, dell'Italsider, della Cementir, dell'azienda tessile Snia Viscosa, delle raffinerie Q8, ecc.
Mentre Epifani accennava timidamente a rimbrottare le istituzioni perché non si pongono alla testa della lotta alla mafia, dalla piazza è salito un monito: "Non toccate le pensioni", "No alla finanziaria che affama" e la richiesta di "lavoro".
da:"il Bolscevico"- www.pmli.it

Anonimo ha detto...

Vi segnalo sito e Forum di approfondimento:


www.pensierorosso.tk
Grazie

Il Bolscevico

freesud ha detto...

Penso che se non dovessero eliminarlo la credibilità del governo scenderebbe sotto zero...e poi Di Pietro è uno tosto e non lascerà passare questo sconcio...cmq il 27 dicembre probabilmente sapremo la verità...ciao

Anonimo ha detto...

Speriamo bene...ma qui va sempre peggio!Non credo che Di Pietro ed il suo piccolo partito possa fare qualcosa contro i poteri forti ed occulti del malaffare italiano