03 gennaio 2008

Contrada e Borsellino non erano amici

Salvatore Borsellino ha scritto una lettera al nostro blog nella quale contesta aspramente le ultime dichiarazioni del legale di Contrada riguardo ad una presunta amicizia tra quest'ultimo ed il giudice Paolo Borsellino.

Ecco il testo integrale della missiva:

" Non si puo' che restare allibiti nel leggere l'ultima esternazione dell'avvocato Lipera che asserisce di riferire frasi raccolte dal suo assistito, il Sig. Contrada, in un colloquio avuto presso l'ospedale Cardarelli di Napoli.

Il suddetto Contrada avrebbe testualmete detto:"Di Paolo Borsellino ho un grandissimo ricordo. Con lui c'era un'ottima collaborazione professionale, ma anche un'amicizia che ci portava a frequentarci fuori del lavoro".

Di fronte a una dichiarazione cosi' aberrante e al di fuori della realta' accertata in piu' gradi processuali fino alla sentenza definitiva della Cassazione sono possibili due ipotesi.

La prima e' che l'avvocato Giuseppe Lipera continui autonomamente nella sua opera di disinformazione tesa a mistificare la realta' presentando all'opinione pubblica un traditore dello Stato come una vittima di chissa' quali macchinazioni ed attribuendo alla durezza del regime carcerario le condizioni fisiche dello stesso Contrada, dovute invece per la maggior parte ad un digiuno volontario attuato allo scopo.

La seconda e' che il quadro clinico denunciato sia effettivamente cosi' grave, perlomeno a livello cerebrale, da avere completamente ottenebrato la mente dello stesso Contrada tanto da far nascere nella sua mente ricordi non assolutamente corrispondenti ed anzi in assoluto contrasto con la realta'.

Non e' assolutamente spiegabile altrimenti quanto risulta da atti processuali e quanto mi sono ancora oggi fatto ribadire dalla figlia maggiore di Paolo, cioe' che almeno in due occasioni Paolo avesse reagito al solo sentire il nome di Contrada, peraltro neanche noto al resto dei suoi familiari, dicendo esplicitamente che sarebbe stato meglio che nemmeno pronuziassero quel nome dato che si trattava di un individuo estremamamente pericoloso.

Non bisogna poi dimenticare come il pentito Gasare Mutolo avesse fatto a Paolo, in un colloquio non verbalizzato, il nome di Contrada insieme a quello del Giudice Signorino.

Paolo fu ucciso la settimana prima dell'incontro che avrebbe dovuto avere con Mutolo per verbalizzare queste dichiarazioni.

Il giudice Signorino si uccise quando cominicarono a trapelare le voci sulle dichiarazioni di Gaspare Mutolo.

Contrada e' oggi in carcere per scontare una condanna definitiva e tenta di far parlare i morti e sfruttare la sparizione dell'agenda rossa di Paolo Borsellino per non pagare il suo debito con la societa' ".

Salvatore Borsellino

6 commenti:

terzopolo ha detto...

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Lagos ha detto...

Se non si rispettano più neanche le sentenze della cassazione... e si mettono in discussione a piacimento,dei singoli o delle forze politiche, le sentenze definitive.... la giustizia in Italia è finita prima di iniziare... Il signor Contrada, ha diritto di essere curato
se malato, però le sentenze non si toccano!

Anonimo ha detto...

il tempo non deve far dimenticare...e noi siamo con te salvatore, per aiutarti a non far dimenticare...contrada deve marcire in carcere

Anonimo ha detto...

quando una persona non c'è più, si tenta di far dire a questa delle cose che non sono vere...noi che rimaniamo abbiamo il compito di difendere la memoria di queste persone e impedire in ogni modo che ciò avvenga. Io sono solidale con la famiglia del giudice Borsellino..e vi prego non permettete che l'abbiamo sempre vinta...

freesud ha detto...

Concordo con lagos riguardo alla necessità di rispettare le sentenze dell'organo supremo della giustizia italiana. Iris dice una cosa giustissima avvertendo che NOI tutti abbiamo il compito di difendere e mantenere integra la memoria dei nostri eroi. Non dobbiamo permettere
che il tempo faccia apparire vere cose evidentemente false.
Apprezzo la solidarietà dell'anonimo ma non ne condivido gli ultimi termini. Non si tratta di marcire in carcere ma di scontare una pena stabilita da un giudice. Il nostro ordinamento prevede delle norme di umanità che devono essere applicate nel caso in cui se ne riscontrasse la necessità. E cmq nel caso di malattia è diritto di qualsiasi detenuto quello di essere curato. La Grazia invece apparirebbe come un provvedimento spropositato e di favore e sarebbe molto sospetta!

Anonimo ha detto...

Il mio pensiero sull'argomento è su

http://lefteca.wordpress.com/2007/12/26/grazia-a-contrada-mastella-vs-rita-borsellino/


Giustizia! Giustizia! Giustizia!