10 novembre 2006

Politici o magistrati collusi con la mafia: COLLABORAZIONISTI

Lo stato è, o almeno dovrebbe essere, in guerra con le organizzazioni criminali. La mafia è il nemico da combattere, lo stato l'entità da difendere. Se pezzi stessi dello stato si alleano con il nemico, tradendo il popolo e usando il potere affidatogli per procurare vantaggio all'avversario, ci troviamo davanti al classico esempio di collaborazionismo con l'esercito nemico. I mafiosi lo sappiamo sono un cancro ma i collaborazionisti sono più spregievoli. Loro approfittano della fiducia, dello stato di bisogno, dell'ignoranza del popolo per mantenerlo oppresso in favore di interessi propri e di quelli delle organizzazioni criminali. Si tratta di persone indegne che utilizzano il potere per salvaguardare i nemici dello stato. A causa di questi individui spregievoli le mafie vivono e prosperano senza paura di sconfitta. Gente che si crede onorevole ma che merita soltanto il disprezzo del popolo. Nella storia di tutte le guerre, anche le contemporanee, i collaborazionisti quando vengono scoperti subiscono una pessima fine. Peggiore del nemico dichiarato. Loro infatti tradiscono di nascosto godendo dei favori e del rispetto popolare.

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